on ci poteva essere un passaggio tra i professionisti più grande e importante di quello che ha affrontato Andrea Bagioli, che si è ritrovato catapultato tra i big direttamente con la squadra numero uno al mondo: la Deceuninck-Quick Step. Entrare nel glorioso Wolfpack era il sogno del giovane valtellinese, fratello minore di Nicola, professionista dell’Androni Giocattoli-Sidermec. Vincitore lo scorso anno, tra gli Under23, del Piccolo Lombardia, del Trofeo Città di S. Vendemiano, della Ronde de l’Isard e di una tappa del Giro della Valle D’Aosta, Andrea è uno dei ragazzi più interessanti del panorama ciclistico italiano del futuro; un ragazzo con grandissimi margini di crescita, capace di difendersi egregiamente sia nelle corse di un giorno che nelle gare a tappe.
Ha parlato anche di questo nell’intervista esclusiva che ha rilasciato ad OA Sport, soffermandosi poi sul suo approdo in Deceuninck, i suoi punti di riferimento e le ambizioni stagionali e future.
“La quarantena è stata un colpo basso per tutti, ma fortunatamente avevamo programmi online come Zwift, che ci ha consentito di allenarci bene e di farci passare il tempo più in fretta rispetto a fare i classici rulli mentre si guarda un film se non il muro. Le prime uscite dopo il 4 maggio sono state un po’ dure a livello di sensazioni; il tutto dovuto ai due mesi sui rulli in cui si è persa un po’ di forza, potenza. Ma adesso va già meglio”.
Prima della quarantena avevi in programma una corsa in particolare che ti eri già prefissato di far bene?
“C’era già un piccolo obiettivo ad aprile con il Giro di Turchia. Siccome era una gara ‘secondaria’, con un livello leggermente più basso, volevo puntare a farla bene, ma è andata così. Ci saranno altri obiettivi a fine stagione”.
Come sono stati i tuoi primi mesi da professionista con la Deceuninck-Quick Step?
“Benissimo, sin dal primo ritiro dello scorso novembre. Mi hanno fatto sentire fin da subito uno di loro. Già prima del mio arrivo in squadra mi avevano detto che la forza di questa squadra era proprio il gruppo e così è stato. Non mi fanno mancare nulla, mi danno un sacco di consigli sia lo staff che gli atleti; anche un corridore come Julian Alaphilippe che è un gradino sopra tutti gli altri. Sono tutte persone normali”.
Chi ti ha colpito in particolar modo?
“Direi proprio Alaphilippe, per il suo comportamento. È uno che ha rischiato di vincere il Tour de France, che ha conquistato diverse classiche. D’altronde io sono l’ultimo arrivato, così giovane, ma lui viene da me, mi parla, mi dà consigli. È veramente una bella persona”.
Pensi di trovare i tuoi spazi in uno squadrone come la Deceuninck-Quick Step?
“Ci sono tanti campioni, ma devo dire che la squadra se vede che sei in forma o sei in un buon periodo dell’anno in cui sei riuscito ad allenarti per bene, riesce a darti spazio. Penso che non siano molte le formazioni World Tour con queste caratteristiche”.
Ti senti più corridore da classiche o da grandi giri?
“Sinceramente, adesso come adesso, da classiche; magari per una Liegi-Bastogne-Liegi o un Lombardia”.
Che rapporto hai con le cronometro?
“Ne ho fatte veramente poche durante la mia carriera. Infatti ne ho parlato col mio preparatore e stiamo organizzando parecchi allenamenti specifici per migliorare. Vedremo”.
Il corridore a cui vorresti assomigliare
“Il mio idolo è sempre stato Alberto Contador. Adesso devo dire che mi piace Vincenzo Nibali, per il suo modo di correre, di attaccare sempre. Poi lui va forte sia nelle corse di un giorno che nelle gare a tappe”.
La corsa dei tuoi sogni.
“Tra le classiche direi la Liegi, tra i grandi giri il Tour de France”.
Nell’era di Evenepoel, Bernal, Pogacar, che spazio ci sarà per i giovani italiani?
“Sarà dura. Vedere questi tre ragazzi, beh, loro sono campioni con un gran motore, con un grande potenziale. Ma se penso agli italiani, l’anno scorso tra gli Under 23 abbiamo sempre dimostrato di riuscire a star lì davanti; come al Mondiale vinto da Battistella, Aleotti secondo al Tour de l’Avenir, oppure io che ho vinto il Piccolo Lombardia. Penso che possiamo dire la nostra. Ovviamente non sarà facile perché il livello è veramente altissimo”.
Hai già un programma gare?
“Non ne ho ancora parlato con la squadra, ma sentendoli in questi giorni, mi hanno detto che dovrei iniziare con le corse italiane nei primi giorni di agosto”.