Classe 2001, il lombardo Andrea Piccolo passerà tra i professionisti in maglia Astana nella prossima stagione dopo essere stato uno degli juniores più vincenti del panorama italiano e internazionale nel biennio 2018-2019. Bronzo mondiale a cronometro a Innsbruck nel 2018 – vinse un certo Evenepoel – campione italiano ed europeo sempre a cronometro nel 2019, anno in cui conquistò anche il Giro della Lunigiana e il bronzo europeo nella prova in linea.

Nella stagione appena trascorsa, dove ha militato con il Team Colpack Ballan, ha sofferto un po’ e anche per via della pandemia non è riuscito a esprimersi come voleva. Per quibicisport.it abbiamo parlato con lui proprio della stagione appena trascorsa e soprattutto di quello che gli aspetta una volta effettuato il grande salto.

Che stagione è stata la tua?

Difficile e particolare un po’ per tutti per i fatti noti. Poi siamo riusciti a correre e secondo me è stato già tanto, però non è stata la stagione che avrei voluto perché speravo di fare più gare e di fare anche un po’ più di esperienza con i professionisti.

Come hai vissuto il Lockdown?

Fortunatamente è andata bene. Ho fatto un periodo tranquillo, però sono riuscito sempre ad allenarmi e soprattutto ho puntato tutto sulla calma e sulla serenità, vivendo giorno per giorno.

Quali sono le tue caratteristiche come corridore?

Sono un passista scalatore. Vado forte in salita e a cronometro.

Qual è la corsa dei tuoi sogni?

Le grandi corse a tappe: Giro e Tour.

Che ricordo ti rimane della tua breve esperienza con il Team Colpack?

Devo ringraziare la Colpack perché nonostante tutto mi hanno permesso di correre tante gare, non mi hanno mai messo pressione, mi hanno fatto stare tranquillo e con loro sono cresciuto bene. Nonostante tutte le difficoltà è stato un anno formativo anche grazie a loro.

Cosa ti aspetti dal prossimo anno in Astana?

Non sarà facile. Ma sono seguito in tutto e per tutto e posso crescere bene. Sono in una squadra dove ci sono alcuni tra i migliori corridori al mondo, e nel far crescere i giovani si sono dimostrati sempre molto validi.

In generale come ti immagini la tua prima stagione tra i professionisti?

Spero di essere d’aiuto alla squadra per prima cosa. E poi vorrei ottenere già dei risultati per me stesso per mostrare che non sono nel World Tour per caso.

C’è qualche corridore che ti piace in gruppo tra quelli che corrono attualmente?

Vincenzo Nibali è il mio punto di riferimento. Nella mia squadra però c’è Fuglsang che è un grandissimo corridore che va forte dappertutto.

E c’è qualcuno invece del passato a cui ti ispiri?

Sinceramente no. Seguo il ciclismo di adesso e mi rivedo più nei corridori di oggi.

Stai facendo un percorso simile a quello di Antonio Tiberi. Che rapporto avete?

Rispetto reciproco innanzitutto. Siamo sempre andati d’accordo e abbiamo sempre fatto le cose con calma e senza screzi tra di noi.

E chi va più forte tra te e lui?

Dipende! Da chi è più in forma.

Nell’Astana troverai Giuseppe Martinelli, uno dei più importanti direttori sportivi del nostro ciclismo. Lui ha avuto Pantani e Aru tanto per citarne due. Che effetto ti fa questa cosa? Hai già avuto modo di parlare con lui e di confrontarti sulla prossima stagione?

Ho già parlato con la squadra e mi hanno riferito che sarà lui il mio Direttore Sportivo e soprattutto sarà lui la figura su cui mi dovrò basare e che mi seguirà personalmente. Avrò un preparatore, chiaramente, ma lui sarà la persona di riferimento per me. Questa cosa mi fa pensare: mi responsabilizza perché vuol dire che anche da parte della squadra c’è grande considerazione nei miei confronti, perché se mi seguirà un diesse del suo livello… beh non è scelta casuale. Il mio obiettivo quindi sarà quello di ripagare con i risultati tutto l’interesse che hanno sempre dimostrato nei miei confronti con la speranza di toglierci qualche bella soddisfazione assieme.

About the Author: Ufficio Stampa