Flavio Anastasia da questa stagione torna a pedalare e lo fa con i colori dell’A.S.D. Pedale Senaghese.
Anteponiamo all’intervista una sintetica biografia:
– Flavio nasce a Mariano Comense il 30 gennaio del 1969.
– Inizia a correre nel 1979 nella società “Boutique del quadro” nella categoria primavera ottenendo in tutto 27 vittorie.
– Società dove rimane anche da esordiente nel 1982/83
– Nel 1984/85 passa alla “Società ciclistica Marianese” ottenendo una vittoria.
– Passa tra gli juniores 1986/87 con la “Gerbi Villasanta” con una vittoria il primo anno e sette vittorie il secondo anno tra cui spiccano il campionato Brianteo, il campionato Regionale Lombardo, e la Medaglia d’Ora Città di Monza.
– Nel 1988 passa tra i dilettanti con la “Società Coalca” di Morbegno ottenendo da subito al primo anno una vittoria.
– L’anno seguente, sempre con la maglia della “Coalca” si aggiudica il campionato Italiano cronometro individuale e successivamente il Gran Premio D’Europa sempre a cronometro a coppie, e la Targa D’Oro Città di Varese.
– Non cambierà più maglia tra i dilettanti, e nel 1990 vince una corsa.
– Si mette in bella mostra nel 1991 vincendo sei gare tra cui i giochi del Mediterraneo ad Atene, Trofeo Città di Castelfidardo, Il Gran Premio di San Giuseppe, e il campionato del mondo a Stoccarda crono squadre con i compagni Luca Colombo, Gianfranco Contri e Andrea Peron.
– Nel 1992 nell’olimpiade di Barcellona conquista la medaglia d’argento sempre nella prova a cronometro squadre sulla distanza di 100 chilometri, oltre ad una vittoria su strada.
– Nel 1993/1994 passa professionista.
– Nel dicembre del 2020 il CONI gli assegna: “il collare d’Oro per meriti sportivi” la più alta onorificenza del coni riservata ad atleti che si sono distinti nello sport nazionale
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La sua carriera da professionista è stata piuttosto breve, ci spiega il motivo?
Dopo il mondiale di Stoccarda, sono rimasto tra i dilettanti per partecipare alle olimpiadi di Barcellona che per un atleta sono un traguardo molto ambito, e con i miei compagni con cui facevo squadra da molto tempo abbiamo conquistato una ambitissima medaglia d’argento.
Questi risultati mi hanno aperto la strada al professionismo.
Quindici giorni prima del mio debutto tra i professionisti ho avvertito un dolore ad un ginocchio, dopo vari accertamenti la conclusione è stata la rottura e successiva frantumazione della cartilagine sotto la rotula, purtroppo trent’anni fa la medicina sportiva non era ai livelli odierni, mi sottoposi a diversi interventi, ma capii in fretta che la mia bella avventura nel professionismo era giunta al termine ancor prima di cominciare.
Finita la carriera da professionista nel 1993 ha continuato a correre o no?
No! come detto la delusione fu molta, e abbandonai l’idea di continuare a gareggiare, ma non ho mai abbandonato la bicicletta con cui mediamente percorro tra i sette/otto mila chilometri l’anno, per puro divertimento prevalentemente sulle strade della mia bella Brianza.
Oggi si è inserito nel Pedale Senaghese come collaboratore e uomo di esperienza con la delega a seguire (in bicicletta) gli esordienti, com’è maturata questa decisione?
Mi piace l’idea di poter insegnare quello che ho imparato in tanti anni di dedizione a questo magnifico sport, e trasmettere le mie conoscenze a dei ragazzi mi dà soddisfazione, ed è anche un modo per stare nell’ambiente.
Perché ha scelto il Pedale Senaghese?
Il presidente onorario del Pedale Senaghese Giovanni Ortolani Della Nave quando militavo tra i dilettanti era il mio massaggiatore di fiducia, con lui ho sempre mantenuto un ottimo rapporto di reciproca stima, e quando mi è stato proposto di entrare nell’entourage di questa società che era già rinomata quando ancora correvo tra i giovani, (Senaghese Plasteco) non mi sono fatto scappare l’occasione
Seguire gli esordienti è un impegno di responsabilità, praticamente per loro sono le prime pedalate su strade libere alla circolazione, come si è trovato?
Pedalare su strade aperte al traffico è sempre più pericoloso, seguirli stando in bicicletta è più facile vedere e correggere ogni loro sbaglio, trasmettere loro sicurezza, a volte redarguirli prontamente, però debbo dire in tutta sincerità che ho trovato dei ragazzi educati, volenterosi e con una grande dote, la voglia di imparare e di ascoltare.
Quali qualità, potendo scegliere vorrebbe trasmettere a questi ragazzi?
Sono ragazzi molto giovani, per ora è giusto che inseguano i loro sogli, poi con l’andare del tempo, essi stessi capiranno quali sono le loro spiccate caratteristiche, e nel Pedale Senaghese una volta passati allievi troveranno altri tecnici capaci che sapranno valorizzarli, per ora sicurezza e divertimento sono le priorità.
Lei ha scelto di seguire i ragazzi vestendo la maglia del Pedale Senaghese, come tesserato cicloturista, e quindi pedalando al loro fianco, perché?
Devo essere sincero, da più parti tra gli amatori del Pedale Senaghese mi è stato proposto di provare a tornare a gareggiare tra gli amatori, ora che hanno formato una bella compagine anche in quel settore, ma purtroppo, dopo la riparazione ad un ginocchio, due anni fa ho subito un’operazione per riparare una valvola cardiaca e credo in tutta onestà che la stagione dell’agonismo sia passata, accontentiamoci di poter ancora pedalare in compagnia trasmettendo il mio sapere ai più giovani.
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Ha qualche aneddoto della sua carriera giovanile legato alla maglia della “Plasteco Milano”?
Da giovanissimo venni per due volte a correre a Senago, e in tutte e due le occasioni vinsi battendo Flavio Ortolani Della Nave, il figlio di colui che poi divenne il mio massaggiatore.
Vincere a Senago in casa della “Plasteco” era come espugnare una roccaforte.
A.S.Arnaldo Priori