Stefano Ferrone nasce a Popoli, nel novembre del 1980, un piccolo borgo ricco di storia posto nell’entroterra Abruzzese ad una cinquantina di chilometri da Pescara.

Scopre in tarda età la sua futura passione, il ciclismo, e lo fa guardando le imprese di un grande degli anni novanta, lo spagnolo Miguel Indurain. Le imprese del Navarro capace tra il 1984 e il 1996 di aggiudicarsi cinque tour de France, due giri d’Italia, un mondiale e tantissime altre gare di prestigio.

Lo spirito d’imitazione e l’ammirazione per lo spagnolo lo entusiasmano e lo avviano verso l’attività anche se vi arriva come sopra citato in tarda età per uno sportivo, il primo tesserino è da allievo del secondo anno vestendo i colori del “Gruppo Sportivo Aquilotti L’Aquila”, nonostante ciò, sin dalle prime gare si intravede la classe e arrivano i primi piazzamenti nella Top Ten.

Passato juniores, coglie subito la sua prima vittoria di peso, vincendo la cronoscalata “Sulmona Campo Di Giove”, e dimostrando la sua duttilità si aggiudica anche una gara ad inseguimento individuale su pista, era l’anno in cui il suo amico Michele Scarponi si laureava campione Italiano.

Nel secondo anno da juniores raccoglie le sue più grandi soddisfazioni, si tessera per il “Velo Club Avezzano”, riesce a bissare il successo dell’anno precedente nella cronoscalata “Sulmona Campo di Giove”, si aggiudica un’altra cronoscalata, la “Sulmona Passo San Leonardo, mettendo in bella evidenza le sue doti di scalatore grazie al suo fisico esile e leggero, si laurea campione provinciale su strada, e grazie agli eccellenti risultati viene selezionato dal comitato regionale Abruzzese per partecipare al “Giro della Basilicata”

Si ripresenta al regionale d’inseguimento su pista e ottiene la medaglia d’argento e un bronzo nella difficile specialità del chilometro da fermo, a fine carriera mi confiderà di essersi pentito di non aver praticato assiduamente la pista anche tra i professionisti.

Tra strada e pista, si diletta anche nel fuoristrada conquistando sei vittorie in M.T.B.

Nell’anno di fine secolo, il 1999 il grande salto tra gli Under 23, osservato speciale di un grande campione Abruzzese del passato, Vito Taccone che dirige una sua squadra di giovani speranze, la “Sadam Abruzzo caffè Moka”.

Anche se è solo alla porta del suo quarto anno agonistico, si mette in luce con una lunga serie di piazzamenti, e si laurea campione regionale nella M.T.B. e partecipa al “Giro d’Italia delle Piste”

Passano altri due anni ricchi di soddisfazioni, e nel 2001 viene invitato a tesserarsi alla “Mapei Stradaioli” dal patron della società, quel Giorgio Squinzi famoso oltre che per il ruolo di presidente di Confindustria, soprattutto per aver fondato una delle squadre professionistiche più forti e longeve del panorama ciclistico mondiale.

Nella stagione 2004 passa nella categoria Élite accasandosi alla “Sissa Medical Component” società affiliata alla federazione Ciclistica Svizzera.

Successivamente torna in Italia e si accasa per un team della sua amata terra, l’Abruzzo, dove tutto ebbe inizio la società fondata da Palmiro Masciarelli (scudiero degli anni d’oro di Francesco Moser) con direttori sportivi del calibro di Enrico Paolini e Bruno Cenghialta, lì chiuderà nel 2008 la sua onorevole carriera con diversi piazzamenti nella Top Ten e prendendosi la soddisfazione di vincere il Gran Premio della Montagna nella gara Internazionale del “Giro del Cosentino” una gara storica che annovera nel suo albo d’oro nomi prestigiosi tra cui Fausto Coppi e Gino Bartali.

Tornato alla vita civile, si arruola nella polizia di stato, convoglia a nozzecon la sua amata compagna di vita Daniela, e nel 2008 la sua più bella vittoria, la nascita di Nicholas, che appena impara a destrggiarsi, vedendo le fotografie e i filmini del padre, si appassiona al ciclismo e nel 2020 si tessera per il Pedale Senaghese, nel frattempo papà Stefano con il virus della bicicletta nel sangue si è iscritto ai corsi della federazione ciclistica Italiana ed ha ottenuto prima il brevetto di primo livello e poi quello di secondo per guidare e trasmettere alle giovani leve quello che con tanti sacrifici e impegno ha imparato.

Entra nell’organico del Pedale Senaghese nel 2020 con il ruolo di Direttore Sportivo con umiltà e tanta voglia di fare, ma si trova ad affrontare una travagliata stagione, con un lavoro immenso e difficile per riuscire a tenere attivi i giovani ragazzi affidati alle sue cure. Il compito più difficile, quello di non far perdere ai ragazzi la voglia di continuare.

Ora in attesa dell’anno che verrà………….ma questa è un’altra storia, ancora da scrivere.

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